Intervista a Sahaja Mascia Ellero sul nuovo libro per Ananda Edizioni, che ci aiuta a connetterci con il nostro potere interiore per allinearci con la rotta dell’anima.
di Francesca Nicastro
«Un libro è come un figlio, dopo averlo dato alla luce va fatto crescere perché possa dare il suo contributo al mondo». È una frase che Asha Nayaswami ha pronunciato il 29 ottobre 2022, mentre nel Tempio di Ananda presentava la biografia di Swami Kriyananda Messaggero di Luce, che nelle prossime settimane porterà in diverse realtà italiane. A tradurre il suo intervento dall’inglese c’era la traduttrice italiana della sua opera, Sahaja Mascia Ellero, che, il giorno prima, mi aveva detto più o meno le stesse parole riguardo al suo nuovo libro Come manifestare i desideri dell’anima. Con tecniche e insegnamenti di Paramhansa Yogananda. Questi libri-figli di devote straordinarie che, non avendo partorito bimbi di “carne e ossa”, stanno sperimentando la dolcezza (ma anche le ansie) della maternità spirituale, nutrono l’anima con il suo cibo preferito: verità, ispirazione, insegnamento, luce.
Sahaja, come è nato questo tuo libro-figlio, che possiamo considerare il primogenito da te interamente creato?
«È nato dal desiderio di espandere e ampliare il metodo del Prossimo Passo per aiutare ancora più in profondità le persone a fare chiarezza nella propria vita, ascoltando e seguendo la voce dell’anima. La prima parte del libro spiega come riconoscere i desideri dell’anima e la seconda come manifestarli».
Che cosa c’è in più rispetto al Prossimo Passo?
«Il Prossimo Passo è nato nel 2012. In questi dieci anni ho maturato esperienza nel coaching spirituale, anche grazie a chi ha trovato beneficio nel metodo, oltre un migliaio di persone. Ho inoltre approfondito e compreso più profondamente gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda e di Swami Kriyananda sulla manifestazione».
Come hai vissuto questa esperienza?
«È stata un’esperienza intensa e potente. Per due mesi ho scritto letteralmente giorno e notte, in uno stato di profonda connessione intuitiva con il Maestro e Swamiji e con i loro insegnamenti. Tutto è fluito con una tale rapidità che oggi faccio quasi fatica a ricordare cosa ci sia scritto nelle 390 pagine del libro! A monte c’è stato molto studio. Nel libro si parla di anima e di desideri e ho dovuto trovare le risposte a domande apparentemente semplici ma in realtà complesse: “Cos’è l’anima?” e “L’anima ha desideri?”».
Qual è il salto di qualità che senti di aver fatto con questo lavoro?
«Finora mi sono prestata come strumento dei Maestri per aiutare le persone ad avere una visione supercosciente di problemi, fatti specifici o mete contingenti della loro vita. In questo libro c’è qualcosa di più: la possibilità di ricevere chiarezza sullo scopo più generale della nostra vita, che ho chiamato “piano divino dell’anima”. Questa realizzazione mi consente di proporre alle persone un lavoro su di sé più profondo, che porti a capire cosa sono venute a fare in questa incarnazione».
Hai potuto scoprire qual è il piano divino della tua anima?
«Sì, mi è arrivata questa chiarezza: essere uno strumento di Yogananda per trasmutare la mia oscurità in luce e aiutare gli altri a fare la stessa cosa. C’è una frase che tengo da anni sul mio altare della meditazione, che riassume questa missione: “Quando facciamo risplendere la nostra luce, diamo anche agli altri il permesso di fare lo stesso”».
Come si può aiutare gli altri a trasmutare la loro oscurità in luce?
«Lo si può fare nella misura in cui si è trasmutata la propria. La vita mi ha dato l’opportunità di fare questo lavoro perché mi ha messo, fin dall’infanzia, in situazioni difficili. Ho così potuto ridefinire quello svantaggio iniziale che consideravo un handicap, e che invece si è rivelato un dono».
Il libro è molto ricco di contenuti teorici e pratici con più di 100 esercizi. Ci puoi anticipare come possiamo capire se stiamo manifestando i desideri dell’anima o quelli dell’ego?
«Ci sono alcuni “cartelli stradali dell’anima” che ci indicano se stiamo andando nella direzione giusta: le otto qualità dell’anima (calma, gioia, pace, amore, potere, saggezza, luce, suono) più espansione, chiarezza e leggerezza. Quando sperimentiamo queste qualità significa che stiamo andando nella direzione giusta. C’è un altro aspetto importante che spiego nel libro…».
Quale?
«È importante comprendere in quale livello evolutivo siamo. I sussurri dell’anima vengono percepiti ad ogni stadio ma in modo diverso: l’anima infatti si manifesta nella nostra coscienza differentemente a seconda del nostro livello evolutivo. Nel libro è spiegato come riconoscerlo».
Cosa significa esattamente “manifestare” i desideri dell’anima?
«Significa portare alla luce, alla consapevolezza, quello che già c’è dentro di noi in modo latente. Il potere di manifestare è innato. Non dobbiamo infatti “attrarre” quanto “manifestare”. Dietro alle cose esteriori che desideriamo c’è la promessa di uno stato di coscienza. Ed è quello il nostro vero obiettivo, non la cosa in sé. Gli stati di coscienza sono tutti già in noi allo stato latente. Quindi non si tratta di creare nulla ma solo di far emergere. Quando manifestiamo un certo stato di coscienza automaticamente attraiamo le situazioni, le persone, le risorse in sintonia con quello stato».
Nel tuo libro parli di desideri. Ma il desiderio non è, in realtà, ciò che lo yoga spinge a rifuggire perché ci lega all’esistenza materiale?
«Nella letteratura yoga il desiderio è considerato nemico dell’anima incarnata quando è un desiderio di godimento fine a se stesso. Maya, l’energia illusoria della materia, usa il desiderio per tenerci separati da Dio. Ma ci sono anche desideri sattvici, orientati al bene, evolutivi: il desiderio di Dio e della piena attualizzazione del proprio potenziale; il desiderio di diffondere insegnamenti benefici per le persone; il desiderio di servire… Quando desideriamo qualcosa dobbiamo sempre chiederci se l’ottenere ciò a cui stiamo ambendo ci porta più avanti nel cammino della realizzazione spirituale o ci fa scivolare all’indietro».
Per chi hai pensato questo tuo libro?
«È rivolto soprattutto a persone non a digiuno di tematiche spirituali che vogliano approfondire il tema del desiderio, un argomento chiave sul cammino verso la piena consapevolezza di sé. Ed è rivolto ai devoti di Yogananda che vogliano sapere cosa il Maestro ha detto su questo argomento».
C’è un aneddoto legato alla gestazione del libro che vuoi condividere con i lettori di Joy Time?
«C’è stato un momento particolare, quando ho iniziato a dedicarmi a questo progetto e mi sono resa conto che il titolo scelto con Ananda Edizioni richiedeva un contenuto diverso da quello che avevo immaginato per anni nella mia mente. Ho avuto un attimo di sgomento, ma poi ho detto: “Va bene, fluiamo con quello che vuole succedere!” e mi sono messa all’opera con la curiosità di vedere dove mi avrebbe portato. È stata una sfida dare struttura a un qualcosa che si andava manifestando strada facendo. Ho dovuto applicare io, in prima persona, quello che stavo scrivendo».
Chi senti di dover ringraziare per questo tuo nuovo passo come autrice?
«Innanzitutto Yogananda e Swami Kriyananda, perché il libro è pieno dei loro insegnamenti e perché senza di loro la mia vita non sarebbe quella che è adesso. E poi tutto lo splendido team di Ananda Edizioni, con cui collaboro da vent’anni e che mi ha sostenuta a tutti i livelli in questo progetto.
Jayadev, mio marito, che mi ha aiutata a comprendere meglio alcuni concetti profondi e che ha dedicato buona parte della nostra vacanza l’estate scorsa a rileggere il manoscritto. E tutte le persone che stanno dimostrando interesse e apprezzamento per il libro: non prendo nulla di tutto questo per scontato, sono grandi doni che custodisco nel cuore».
Per info e per acquistare Come manifestare i desideri dell’anima vedi a questo link:
https://www.anandaedizioni.it/shop/libri/yoga-e-meditazione-1/come-manifestare-i-desideri-dellanima/