Cercare il sole dietro le nuvole delle sfide di ogni giorno richiede di avere occhi addestrati alla Luce. Ecco alcuni consigli per accendere lo sguardo.
di Sahaja Mascia Ellero
Ho sentito una storia davvero ispirante: una mamma era disperata, perché il figlio, pigro e disordinato, portava a casa brutti voti e non alzava un dito in casa per aiutarla. Ogni giorno volavano rimproveri, punizioni e lunghe litanie di recriminazioni, il tutto condito da numerosi «Non combinerai mai niente di buono nella vita!». Ma non serviva a nulla. Anzi, più il ragazzo si sentiva criticare e accusare, meno voglia aveva di darsi da fare.
Un giorno arrivò in visita la nonna, che sussurrò nell’orecchio della figlia un saggio consiglio. Da quel momento in poi, le cose cambiarono. Il ragazzo era sempre pigro e disordinato, ma la mamma iniziò a prestare attenzione a ogni suo minimo gesto positivo e a lodarlo per quello: «Bravo, che non hai lasciato la buccia di banana sul divano per una settimana ma solo per tre giorni!»; «Grazie, che hai spostato la pila dei vestiti sporchi da un lato del pavimento, così riesco a entrare nella tua stanza»; «Che bello che hai preso quattro in matematica invece di tre!».
All’inizio il ragazzo pensò che la mamma lo prendesse in giro, ma poi si rese conto che diceva sul serio: apprezzava davvero quel poco di positivo che lui faceva! Da quel giorno, qualcosa in lui cominciò impercettibilmente a cambiare: come una pianta quasi secca che all’improvviso viene annaffiata, la sua parte migliore iniziò a mettere foglie e fiori, e lui riscoprì il piacere di mostrare il meglio di sé.
Ecco, questo è il mio augurio per tutti noi nel 2022: che impariamo a riconoscere e ad annaffiare la parte migliore di noi stessi, di ogni persona che incontriamo e di ogni circostanza. Che impariamo a vedere, “con occhi che vedono”, la perfezione della creazione, lo splendore dell’anima. «Se solo sapeste quanto siete belli!» soleva dire Yogananda ai suoi discepoli.
Come fare per vedere le cose da questa prospettiva, anche quando l’apparenza sembra suggerirci il contrario? Ecco alcune possibilità:
- Quando arriva una prova, un evento spiacevole, qualcosa che vorresti evitare, pensa all’immagine delle nuvole nel cielo, dietro le quali brilla sempre il sole. Prima che la mente imbocchi la strada delle lamentele e del vittimismo («Perché proprio a me?»), di’ a te stesso: «Sarebbe troppo facile vedere il sole in una giornata serena, vedere il bello nelle esperienze piacevoli! Grazie, Vita, per questa opportunità di imparare a vedere la luce anche nelle più buie difficoltà!». Qualunque cosa accada, cerca di scorgere, “con occhi che vedono”, il dono che ti sta portando… anche se quel dono dovesse essere la sopportazione!
Se vuoi, usa questa affermazione di Yogananda: «Sono disposto a imparare le lezioni che ogni esperienza vuole insegnarmi e sono grato per la forza e la comprensione che sviluppo superando ogni difficoltà». (East-West Magazine, febbraio 1934).
- Quando una persona ti infastidisce o ti ferisce, prima che il tuo cuore si chiuda nella critica e nel giudizio, visualizzala come un piccolo bambino o bambina, con le sue difficoltà, le sue frustrazioni, le sue ferite che la spingono a comportarsi così. Cerca di comprendere che sta facendo del suo meglio, in base ai suoi strumenti e alle sue convinzioni. Soprattutto, “con occhi che vedono”, cerca di sintonizzarti con la sua anima profonda ed eterna, che è tutt’uno con la tua ed è sempre immersa nell’Amore infinito.
Puoi usare questa affermazione di Yogananda: «Vedrò il perfetto amore del Padre Celeste manifestarsi attraverso tutti coloro che incontro, siano essi i miei famigliari, i miei amici o i miei nemici». (East-West Magazine, marzo 1933)
- Quando ti guardi allo specchio dell’introspezione e non sei contento di te, prima che il tuo giudice interiore cominci a ricordarti tutti i motivi per cui sei sbagliato, indegno, peccatore o senza speranza, mettilo risolutamente a tacere e, “con occhi che vedono”, riconnettiti interiormente con Ciò che veramente sei: un essere divino che sta facendo esperienze terrene e che, ogni tanto, dimentica semplicemente la sua vera identità.
Per ricordartelo, puoi usare questa affermazione di Yogananda: «Cattivo o buono, io sono Tuo figlio. Peccatore o santo, sono Tuo figlio. Poiché la Tua indelebile immagine di perfezione è racchiusa dentro di me, insegnami a rimuovere le macchie superficiali dell’ignoranza e a sapere che Tu e io siamo, e siamo sempre stati, Uno». (East-West Magazine, novembre 1932)
Infine, ogni volta che sarai riuscito a vedere “con occhi che vedono”, non dimenticarti di provare gratitudine per la bontà, la bellezza e l’amore che avrai saputo scorgere in te stesso e nel mondo. E non solo, ricordati di essere grato proprio per questo inestimabile dono: la tua capacità di scorgere la Verità dietro all’illusione, la mano di Dio dietro alle difficoltà della vita, il Suo Amore dietro a ogni ferita e incomprensione.
come ci ricorda Yogananda: «Non dimenticare, quando incontri la Bellezza, la bellezza di ogni tipo – gli splendidi colori del tramonto, il canto degli uccelli, lo scintillìo dell’acqua, il fruscìo delle foglie, la dolce brezza sul tuo volto, il calore del sole, la gioia e dell’amore e dell’amicizia – di esprimere interiormente la tua gratitudine al Padre, per averti circondato di così tanta bellezza e meraviglia, e per aver aperto i tuoi occhi affinché tu potessi vederla e goderne». (East-West Magazine, ottobre 1933)
Cari amici, se sapremo coltivare nel nostro cuore questi atteggiamenti divini e se impareremo a vedere “con occhi che vedono”, non importa che cosa avrà in serbo per noi il 2022: quello che noi vedremo sarà sempre e soltanto un anno di bellezza, di luce e di amore, una meravigliosa occasione per riconoscere e far fiorire il meglio che è in noi. Buon anno e buona fioritura a tutti!
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