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14 dicembre 2019
nascita Joy Times

Destinazione: Sé/ Destination: Self

Una testimonianza di un viaggio in India, prima che la pandemia rendesse difficili i collegamenti internazionali, e una lezione di come nutrire in Sé i doni che i viaggi passati ci hanno lasciato: perché l’anima sa e riconosce dove è a casa.

di Parvati Helen Broom

Mi è sempre piaciuto viaggiare. Visitare luoghi nuovi, sperimentare nuove culture e conoscere altri modi di vivere è stata una via potente per scoprire sempre di più il mio Sé, per viaggiare lontano dal familiare e per fare spazio a ciò che risuona con me; per accettare ciò che devo ancora capire e per affrontare ciò che mi spaventa. Viaggiare (spesso in luoghi remoti) è sempre stata una sfida per “incontrare me stessa”, soprattutto come viaggiatrice singola che di suo apprezzerebbe le comodità della vita! I miei viaggi non sono sempre andati secondo i piani e come mi aspettavo, ma mi hanno sempre regalato perle di saggezza e di ispirazione a cui da quel momento in poi ho potuto attingere. Ognuno dei viaggi esteriori che ho intrapreso avrebbe significato molto poco se non fosse stato la porta per scoprire il più grande paesaggio di tutti: quello interiore.

Così, ho trascorso il mese di febbraio in India. La mia prima visita a quel continente maestoso è significata tanto per me, su molti livelli. La voglia di viaggiare che avevo sperimentato prima di partire, il senso di soggezione e di ispirazione che mi ha spinto ad andare in tanti luoghi diversi nel tentativo di soddisfare il desiderio di esplorare tutto ciò che la vita ha da offrire, in qualche modo sono stati saziati, di conseguenza non sento più il bisogno di andare oltre: sono proprio qui, adesso. È come se qualcosa in me si fosse placato.

È difficile selezionare i momenti principali di quel viaggio, ma ecco un tentativo: il colore di Ma Ganga nel pomeriggio, i satsang con Vanamali Devi e la bellezza delle sue vibrazioni, il chai allo zenzero dal negozietto di strada, lo stare seduta per ore nell’ashram del Kriya Yoga a Rishikesh; i vicoli tortuosi di Varanasi e la potenza esplosiva dell’ashram di Lahiri Mahasaya; le meditazioni nella casa di Yogananda, a Calcutta, dove abitava durante l’infanzia; i satsang con i parenti di Yogananda, la meditazione nell’ashram di Sri Yukteswar a Serampore, gli aarathi sulle rive del Gange a Varanasi e il rumore delle barche che veleggiavano insieme, su e giù, nell’oscurità; i kirtan nell’ashram e nel tempio di Sivanandaji; sentirsi soli e tutt’uno continuamente, sapendo che tutto era a posto ed era dove sarebbe dovuto essere in ogni momento …

Mi sentivo pronta ad aprirmi con umiltà e gratitudine alla saggezza e al potere che sapevo di trovare in India. Non avrei potuto immaginare quante ne avrei incontrate, ma una parte di me non era sorpresa: stava semplicemente assorbendo, digerendo e apprezzando. L’anima sa molto di più di noi! Questo processo è andato avanti dalla mia partenza alla fine di febbraio: provo un nuovo senso di gratitudine e di apprezzamento per la Vita, essendo stata benedetta dalle vibrazioni di profonda devozione e dal senso di Casa che è l’India. Una sensazione che nessun viaggio comodo avrebbe potuto offrire!

L’India era giusta per me a febbraio, ma mi ha aiutato a capire che ogni momento, non importa dove ci troviamo, può offrirci la possibilità di un viaggio all’interno, se siamo aperti ad esso.


English version

Destination: Self!

by Parvati Helen Broom

I’ve always enjoyed travelling. For me, visiting new places, experiencing new cultures and learning about other ways of living has been powerful a way to discover more and more of my own self – journeying away from the familiar and giving space to look at that which resonates with me; to accept that which I still need to understand; to face that which frightens me. Travelling (frequently to far-flung places) has always challenged me to ‘meet myself’, especially as a solo traveller who very much appreciates Life’s comforts! My travels haven’t always gone to plan or worked out as I’d expected, but they’ve always furnished me with some gem of wisdom and inspiration that I’ve since been able to draw from. Every single one of the outer travels I’ve undertaken would have meant very little had they not been gateways to discovering the greatest landscape of all… that which lies within.

I spent the month of February in India. My first time visiting that awe-inspiring continent did so much for me on so many levels. The Wanderlust which I had experienced before taking that trip; the sense of awe and inspiration that drove me to journey to different places in a bid to satiate my thirst for all that Life has to offer, somehow has been satiated as a result: I no longer feel a need or a wish to move beyond where I am, right here, right now. It’s like something in me has been stilled.

It’s tricky to pick out highlights, but here is an attempt: the colour of Ma Ganga in the afternoon; satsang with Vanamali Devi and the beauty of her vibrations; ginger chai from the tea stall; sitting for hours in the Kriya Yoga ashram in Rishikesh; the winding alleyways of Varanasi and the explosive power at Lahiri Mahasaya’s ashram; meditating at Yogananda’s boyhood Calcutta home; satsang with Yogananda’s relatives; meditating at Sri Yukteswar’s ashram in Serampore; the aarathi on the banks of the Ganges at Varanasi and the sound of the boats clicking together as we bobbed up and down in the darkness; kirtan in Sivanandaji’s ashram and Temple; feeling alone and all-one continuously; knowing that all was at it should have been at every moment…

I felt ready to open myself in humility and gratitude to the wisdom and power I knew I would find in India. I couldn’t have imagined how much wisdom and power I would encounter, but a part of me was not surprised – the deepest part of me was simply absorbing, digesting and appreciating. The soul knows! This process has continued on since my departure at the end of February: I feel a new sense of gratitude and appreciation for Life, having been blessed in the vibrations of deep devotion and the sense of Home that is India; that feeling is something that no amount of travel-comforts could have offered!

India was right for me in February, but it helped me to realise that every moment, no matter where we are, can offer us the possibility of a journey within, if we are open to it.

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