Approfitta del periodo natalizio per nutrire l’energia dell’amore che ha portato Gesù: basta scegliere le parole che usi, lo sguardo sugli altri e l’accoglienza di sé.
di Pandava
Dicembre è un mese speciale, a cominciare dalla giornata dedicata alla Madre Divina, la festa della concezione di Gesù che porta la Luce di una nuova speranza nel mondo.
Di giorno in giorno imparo quanto sia importante l’equilibrio in ogni cosa. Un aspetto su cui sto lavorando è proprio l’equilibrio tra i bisogni fondamentali, tra cui i meno considerati sono: la gioia – fare le cose per nostra scelta e non sentirle come una imposizione -, direttamente collegato alla creatività in quanto il miglior modo per godere di una attività a ricrearla sempre in modo diverso; il rilassamento e il riposo a cui le persone troppo lige alla disciplina -come me – dovrebbero stare attenti. Infine i due più spirituali sono proprio la compassione – o anche l’empatia – e il bisogno di dare un senso più alto alla propria vita – ovvero il bisogno di spiritualità.
Attraverso una lunga pratica di Discernimento – studio e analisi di noi stesi attraverso la sintonia con i Maestri – sto sempre più prendendo contatto con lati della mia personalità completamente sconosciuti. Aprendo il cuore, sto apprendendo un nuovo linguaggio e sostituendo termini statici e secchi come devo con altri più comprensivi e dinamici come scelgo. Difatti il Maestro stesso usava il termine “I choose > scelgo”.
Inoltre, parlando sempre in termini di linguaggio, usare termini dinamici come “in questo momento provo tristezza” lascia aperta la possibilità ad un cambiamento piuttosto che inchiodarci con una affermazione monolitica come “sono una persona infelice”. Sto imparando come il linguaggio influisca davvero sull’apertura del cuore, come si possa essere più gentili verso gli altri semplicemente ascoltando con attenzione anziché bloccando il flusso con giudizi e consigli non richiesti.
Il primo passo per la compassione è dunque capire gli altri, concentrandoci su di loro, senza collegare le nostre necessità e impressioni al discorso che stanno facendo. Essere lì con loro, radicato nel presente. E per fare questo è necessario avere una certa stabilità interiore e non pretendere in ogni dialogo che gli altri parlino di ciò che mi interessa. Per riuscire dobbiamo aver scrutato con attenzione in noi stessi e capito alla radice i nostri sentimenti e le nostre necessità. È un percorso lungo che porta a confrontarmi con i lati bui e meschini del mio carattere, ma sto imparando che ne vale la pena. Aprire il cuore significa trovare gioia nell’ascolto dell’altro e anche il soddisfare le loro richieste ci porta sempre più felicità man mano che vediamo la compassione come un nostro bisogno capace di nutrirci nei sentimenti e nell’anima.
Ho notato che quando mi offro con sincerità, l’altro lo percepisce e lo apprezza. Può non ricambiare con i fatti, o con le parole, ma la sua anima nel profondo sa che non lo sto facendo perché costretto dal dovere o sensi di colpa. Questo innesca una forma sottile di gratitudine che crea un circolo creativo virtuoso come spiega Swami Kriyananda1. Per questo in termini energetici è importante sempre accettare un dono, qualunque esso sia – anche ascoltando una persona stiamo donando il nostro tempo – e ancor più importante lo è dal punto di vista spirituali perché il donatore diviene canale del Donatore di tutti i doni, ovvero Dio. Il difficile è ricordarmi sempre di non pretendere nulla dall’altro. Proprio come diceva Swami Sri Yukteswar – il guru di Paramhansa Yogananda; “Io non mi aspetto nulla dagli altri, quindi le loro azioni non possono essere in contrasto con i miei desideri” 2.
Va però sempre ricordato che una buona pratica di Discernimento consiste nel mantenere la sintonia con i Maestri. È la loro guida che gradualmente disvela la strada per il dharma – la giusta azione -. Ci sono molteplici modi per aprire il cuore, ognuno ha il suo. Chiedere con sincerità e ascoltare la risposta intuitiva.
Il sentiero spirituale ci sospinge dolcemente alla crescita interiore. Lo scopo di un guru è proprio smussare tutte le impurità del nostro ego e per farlo, in questo mese così benedetto è sufficiente lasciarsi avvolgere dalla grazia delle feste in esso contenuto. Iniziando con l’apertura cuore, indagando su noi stessi attraverso la sintonia dei Maestri, cantando e pregando a Dio come bimbi al capezzale della Madre Divina.
Lasciandoci inondare dalle vibrazioni del Natale quale rappresentazione della Nascita/Risveglio della Coscienza Cristica in noi attraverso le tecniche di meditazione che Ci hanno donato. Per giungere alla fine dell’anno, con la ferrea determinazione di scovare e combattere tutte quelle cattive abitudini che ostacolano il nostro cammino sostituendole con nuove abitudini più adatte alla nostra crescita interiore dell’anno che sta per arrivare.
Con l’augurio di un profondo Natale e un prospero anno Nuovo, immerso nella Luce dei Maestri
1 – Citazione tratta da L’affermazione sulla Gratitudine nel libro “Affermazioni per l’Autoguarigione” di Swami Kriyananda, edito da Yogananda Edizioni
2 – Citazione tratta da l’ “Autobiografia di uno yogi” di Paramhansa Yogananda, edito da Yogananda Edizioni