Più che mai in questo momento ciascuno di noi dovrebbe cercare la Pace in sé e portarla nel mondo. Qui alcuni suggerimenti.
di Usha Wilma Zendron
Lo scorso mese hanno lasciato il corpo due persone che stimavo tantissimo, il maestro zen Tich Nath Han e nayaswami Anandi, di Ananda Village. Entrambi incarnavano qualità di cui, credo, ognuno di noi personalmente e il pianeta intero ha più bisogno in questo momento: umiltà, gentilezza e pace. Qualcuno potrebbe pensare che esprimere umiltà e gentilezza sia una dimostrazione di debolezza, ma in realtà c’è un’enorme forza, una gigantesca energia in chi mostra queste qualità in ogni circostanza.
Siamo in un momento in cui gli equilibri politici sono quanto mai precari e ci troviamo a pochi passi da un conflitto che può assumere dimensioni mondiali. I Maestri ci dicono che la guerra, ma anche i disastri naturali, sono causati dalla coscienza dei popoli. È perciò necessario che usciamo al più presto dalla logica che ci ha guidati fino a questo punto e di cui la nostra società è impregnata: quella dell’avidità, del pensare solamente a noi stessi, del vedere negli altri l’antagonista o il nemico, senza comprendere l’interconnessione di tutto ciò che esiste sulla terra.
Il nostro dharma, il compito a cui la nostra anima ci chiama e per il quale abbiamo scelto di incarnarci in questo periodo, è essere portatori di Luce, di Amore e di Pace. Per dare il nostro contributo alla trasformazione della coscienza planetaria è necessario comprendere che alla base dei conflitti c’è principalmente la paura, e che l’unico antidoto alla paura è l’amore. Non è facile cambiare il nostro livello di coscienza, ma farlo ci porterà una grande crescita spirituale.
Ecco alcuni suggerimenti che possono aiutarci:
• Se ci sentiamo feriti cerchiamo di non prendere l’offesa in modo personale: l’altro, come noi, agisce dal suo livello di coscienza e di comprensione
• Se non ci sentiamo pronti o capaci di amare qualcuno chiediamo a Dio di amarlo attraverso di noi, Lui/Lei ama tutti senza distinzione
• Evitiamo di giudicare gli altri per come sono e non indulgiamo nel gossip, che gonfia l’ego e spegne la luce dell’anima
• Concentriamoci su ciò che è positivo negli altri e nelle situazioni. La nostra vita è forgiata dai nostri pensieri e per questo dobbiamo fare in modo che siano luminosi
• Ricordiamoci di essere grati per ogni cosa, non diamo nulla per scontato o dovuto
• meditiamo e restiamo in costante contatto con la gioia interiore, che non dipende dalle circostanze esteriori
• Se ci sentiamo troppo irrequieti per meditare, fare letture ispiranti o cantare a Dio, proviamo la meditazione camminata. Concentriamoci sulla sensazione del suolo sotto i nostri piedi, restiamo connessi al momento presente e benediciamo la terra ad ogni passo, seminando fiori di pace.
• Usiamo un’affermazione ripetutamente durante il giorno, per ricordarci il giusto atteggiamento. Ognuno scelga quella che più lo ispira, ne suggerisco una di Swami Kriyananda: “Nelle più forti tempeste della vita, io sono contento, perché porto nel mio cuore la pace di Dio”.
E ripetiamoci spesso le parole di Yogananda: “Nel tuo cuore ci sia soltanto amore nei confronti degli altri. Più saprai vedere in essi la bontà, più la bontà potrà manifestarsi in te”.