Per avere un mondo migliore, tutti dovremo impegnarci a divenire un po’ migliori. Ma senza dimenticare che siamo sempre esseri meravigliosi, creati a immagine di Dio.
di Sahaja Mascia Ellero
Uno dei primi insegnamenti in cui ci imbattiamo quando iniziamo a percorrere un sentiero spirituale è quello secondo cui per cambiare il mondo dobbiamo innanzitutto cambiare noi stessi, perché il mondo esterno è un riflesso della nostra coscienza interiore. È per questo che l’essenza dello Yoga, in un certo senso, è il cambiamento stesso.
Attraverso le pratiche dello Yoga noi cambiamo il nostro corpo, rendendolo sempre più adatto ad accogliere e a manifestare la Divinità; cambiamo la nostra mente, imparando a concentrarci sulla luce e a trasmutare progressivamente le vecchie abitudini, forme-pensiero, attaccamenti, false identificazioni; cambiamo le nostre emozioni, scoprendo sempre più come vivere in uno stato di pace ed equilibrio interiore. E ogni grammo del nostro cambiamento individuale significa un grammo di luce in più sul pianeta, un grammo di pesantezza in meno, un grammo di speranza in più per un futuro migliore.
Eppure… succede spesso che il processo di cambiamento, invece di portare luce, gioia e leggerezza, diventi fonte di ulteriore buio e pesantezza. Ti è mai successo?
In parte, questo è naturale: l’ego non lascia andare facilmente la sua cara, vecchia identità e tende a puntare i piedi, a protestare e a mettere in atto tutti gli autosabotaggi possibili. L’ego si piace così com’è e ha il compito di proteggere l’identità che ha costruito in milioni di incarnazioni. Può mettere in campo una strenua resistenza, come ci viene ricordato all’inizio della Bhagavad Gita, quando perfino Arjuna, il più valoroso di tutti i guerrieri della Terra, depone l’arco e si rifiuta di combattere contro le sue vecchie caratteristiche e tendenze, personificate dai suoi famigliari.
Spesso non si tratta solo di attaccamento alle vecchie forme, ma di un vero e proprio smarrimento di fronte all’apparente vuoto che si apre davanti a noi. Sappiamo cosa stiamo lasciando (vecchie abitudini, vecchie identità), ma spesso non sappiamo ancora che cosa diventeremo, e tanto meno se riusciremo a diventarlo! La fede e la preghiera diventano fondamentali in questi momenti, perché ci ricordano che siamo sempre amati e protetti, e che qualunque cambiamento – sia quelli desiderati e consapevoli che mettiamo in atto nel cammino spirituale, sia quelli con cui la Vita ci coglie di sorpresa – sono voluti e guidati dalla nostra Anima e avvengono sempre per il nostro bene supremo. Può aiutarci anche l’esperienza: pensare a tutte le volte in cui abbiamo attraversato dei cambiamenti personali e a come siamo sopravvissuti… e quasi sempre rifioriti!
C’è, tuttavia, un altro motivo profondo per cui il cambiamento personale, a volte, può farci cadere nel buio invece di sollevarci nella Luce, ed è quella che io definisco una delle “trappole” del sentiero spirituale. Può, infatti, insinuarsi nella nostra mente il pensiero che, visto che il cambiamento è necessario per raggiungere le più alte vette del Sé, questo significhi che ciò che siamo attualmente non vada bene, sia difettoso, insufficiente, inadatto, intrinsecamente sbagliato. E che, di conseguenza, noi non siamo degni di amore, né da parte di noi stessi né degli altri. Si tratta di uno dei concetti più sottili della spiritualità: siamo creature perfette di Dio, meravigliose, infinitamente e incondizionatamente amate così come siamo… e al tempo stesso dobbiamo e vogliamo cambiare per diventare qualcosa di ancora migliore. Per quelli di noi che lottano con problemi di autostima, con un’immagine di se stessi fragile e frammentata o con esperienze presenti e passate di non amore e non accettazione, questo sottile equilibrio tra l’essere già perfetti e amati e il voler diventare “ancora più perfetti” può diventare una sfida perfino più grande del cambiamento stesso, che può far sprofondare nello sconforto e perfino nella depressione.
Come fare, quindi, per evitare che il forte richiamo al cambiamento personale che tutti i sentieri spirituali ci trasmettono diventi sinonimo di sensi di colpa e inadeguatezza? Ecco alcuni suggerimenti pratici che potrai applicare ogni giorno:
- Alla fine della tua meditazione – o di un breve periodo di interiorizzazione – pensa all’immagine di un albero. L’albero è meraviglioso in ogni sua fase di crescita: è meraviglioso come seme, che contiene in sé tutte le potenzialità che si manifesteranno in futuro; è meraviglioso come pianticella, che spunta dal terreno con tutta la gioia di essere riuscita a emergere alla luce; è meraviglioso quando diventa un tenero virgulto bisognoso di protezione; è meraviglioso quando è una grande pianta dalle radici profonde e dalla chioma maestosa; è meraviglioso d’inverno, quando i suoi rami spogli si stagliano come ricami contro il cielo; è meraviglioso in primavera, quando si riempie di foglie che sembrano cantare al risveglio e alla Vita; è meraviglioso d’estate, quando si riempie di frutti; ed è meraviglioso in autunno, quando si trasforma in una tavolozza che manifesta la bellezza e la creatività di Dio. Pensa a te stesso come a questo albero e, in qualunque fase di evoluzione tu ti senta, ricorda e ripeti questo: “Io sono un essere MERAVIGLIOSO!”.
- Fai un elenco di almeno 10 tue qualità (possono essere anche piccole, come “sono affettuoso con il mio gatto”) e tienilo in qualche posto ben visibile della tua casa o nel tuo cellulare. Lascia spazio ai piedi del foglio, per poter aggiungere ogni giorno una qualità. Vedrai quante riuscirai a trovarne, con un po’ di allenamento! Osservando questo elenco che diventa sempre più lungo, ripeti a te stesso: “Io sono GIÀ un essere MERAVIGLIOSO, colmo di qualità. Il cambiamento che sto attuando nella mia vita mi aiuterà a esprimere ancora di più LA MERAVIGLIA CHE GIÀ SONO”.
- La sera, quando scrivi il tuo diario e analizzi come è andata la giornata (se non hai ancora questa abitudine prova a iniziarla stasera), prima di prendere in mano la penna concentrati per qualche attimo nell’occhio spirituale. Per aiutarti a farlo, puoi portare il dito indice al punto tra le sopracciglia, sentendo o immaginando che una luce si accenda in quel punto. Da quel centro e da quella Luce, osserva la tua giornata come la guarderebbe un angelo, o il tuo maestro, che riconosce in te in modo obiettivo sia la grandezza che già sei, sia quello che c’è ancora da perfezionare per manifestarla più pienamente. Crea due colonne sul foglio. Nella prima colonna, che puoi intitolare “SUCCESSI”, scrivi tutte le cose positive, grandi o piccole, che hai realizzato durante la giornata (trovane almeno 3, ci sono sicuramente!): le parole gentili che hai detto, l’amicizia e l’amore che hai condiviso, la pazienza e l’autocontrollo che hai esercitato, i sacrifici che hai fatto, l’impegno che hai messo nelle tue attività, e così via. Anche se sono stati piccoli o di breve durata, tu scrivili! È probabile che la tua mente tenderà a vedere come enormi e predominanti i momenti in cui non ci sei riuscito e a considerare invece come piccole cose gli attimi in cui hai manifestato il meglio di te. Ma tu non lasciarti ingannare, mantieni l’obiettività e la prospettiva di quell’essere di Luce. Nella seconda colonna, che puoi intitolare “LAVORI IN CORSO”, scrivi gli atteggiamenti e le abitudini che hai capito di dover ancora perfezionare. Considerala una sfida, un’avventura gioiosa: sei l’albero che si prepara a mettere nuove foglie e frutti e che deve essere semplicemente un po’ potato… e forse anche concimato con sostanze che, diciamocelo, non sono sempre profumate! Ma le foglie e i frutti ti aspettano, e sarà un trionfo di bellezza.
- Puoi anche ripetere questa meravigliosa affermazione di Yogananda, facendola penetrare nelle tue cellule e ricordando loro che questa è la vera essenza di ciò che sei: “Io sono Vita, Intelligenza, Salute, Gioia, Pace e Potere. Questa è la verità fondamentale del mio essere e io cercherò di esprimere completamente queste qualità”. (East-West Magazine, 1934)
Buon cambiamento, grande Anima! Con un gioioso spirito di avventura, per te stesso e per un mondo migliore!
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