Se il tempo è rigido, chiuso, senza certezze per il domani: la morbidezza, l’apertura e l’affidamento puoi crescerli in te. Con la tenerezza
di Kashika Laura Marinoni
In questo tempo lungo di pandemia ci siamo tutti irrigiditi. I corpi separati dagli altri risentono della mancanza di abbracci, di gesti spontanei e si sono stropicciati, come panni dopo la centrifuga.
A volte, senza nemmeno accorgercene, persino i nostri pensieri si asciugano, i nostri movimenti perdono fluidità, il respiro si accorcia impercettibilmente. La mente vuole controllare tutto, la paura e l’incertezza fanno scattare automatismi di difesa; lo stato di emergenza prolungato forse ci ha fatto persino dimenticare i suoi effetti a livello sottile.
Come possiamo restituirci quella dolcezza necessaria al benessere totale che ci insegna lo yoga? C’è una qualità preziosa nell’aria di primavera, si chiama Tenerezza.
La possiamo vedere negli animali, nel loro sguardo languido, nelle foglie appena nate, sulla morbidezza dell’erba nuova. Possiamo ascoltarla in tutto ciò che respira, agirla con movimenti lievi, leggeri..
La leggerezza è tenera, tenero è un sorriso che si scioglie, un cuore che si mette in ascolto sereno. Basta un piccolo click per aprirsi alla resa: rilassare il viso, le spalle, sentirsi per qualche istante animali acquatici, percepire la bellezza della fluidità e della lentezza. La tenerezza è una forma d’amore sublime, perché non chiede nulla in cambio.
In una bellissima canzone francese di Bourvil, un verso dice “oui, mais sans la tendresse l’amour ne serait rien..” Come possiamo immaginare l’Amore senza la sua più delicata sfumatura?
La tenerezza è una carezza, una dote che si conquista sul campo. Si può essere forti nella tenerezza, una forza addolcita dall’elasticità. Si può sviluppare una grande compassione, nell’intuire quella fragilità che ci contiene tutti e che è anche la qualità del cristallo. C’è sempre purezza nella tenerezza. Proviamo a sentirla nel chakra del cuore per farla risuonare in Anahata, nel suo limpido verde e poi farla salire all’altezza della gola, purificando ogni pensiero e ogni canto.
Da qui anche lo sguardo dell’occhio spirituale si informa di una commozione, di un moto dell’anima capace di intuire l’unione. Qui la tenerezza si trasforma in Gentilezza dell’Anima.