Il racconto di chi la resistenza con la malattia la vive già da più di anno e ora può raccontare la luce che è nata dal silenzio.
di Ramanand Fabrizio Meggiarin
Mi rendo conto che si tratta di una situazione complicata e dell’ansia che può creare, e poi preoccupazione, paura, agitazione. In realtà non a me. Tutto questo per me, è la vita degli ultimi 14 mesi. Non cambia quasi nulla, vivo in isolamento da oltre un anno, con periodi di quarantena e di restrizioni più o meno severe. Neanche le mascherine, i guanti, i camici e i calzari sovra scarpe sono novità per me, per i miei familiari e per tutti gli Angeli che mi sono affianco da quando questo lungo viaggio è cominciato.
Certamente non evocano ricordi felici, però io voglio rendere tutte le situazioni positive. Come il mio Maestro Yogananda ci ha insegnato infatti: di per sé, tutte le situazioni sono neutre. E perciò anche se i ricordi sono dolorosi, guardandoli adesso non posso che essere fiero ed orgoglioso per aver resistito e per aver superato quei momenti, per poter essere qui, nel pieno delle mie facoltà mentali, a raccontare e a condividere con quanti ne possano essere interessati che sono vivo, che la vita è bella, e che merita di essere vissuta, merita lo sforzo di lottare per continuare in questo viaggio, alla scoperta del Sé e della strada per tornare alla casa del Padre.
I ricordi mi danno tanto coraggio e una grande iniezione di fiducia per il futuro. Sono ancora in fase di convalescenza, si tratta per me, di una continua prova di pazienza e di un’estenuante lotta per cercare di tornare alla salute. Come ho già scritto nell’articolo precedente, la pazienza non è mai stata una peculiarità del mio carattere, però i piani che Dio ha per le nostre vite non tengono conto delle caratteristiche del nostro carattere e delle nostre personalità perciò, a mio avviso, l’unica strada percorribile è quella di arrendersi alla Sua volontà, qualunque essa sia e qualsiasi tempo richieda.
La mia fortuna è che, nonostante tutto, la mia mente non è mai stata toccata dal dubbio di non poter tornare sano e vitale, la variabile però difficile da controllare, è proprio quella del tempo. Tornando quindi ad oggi e all’emergenza Coronavirus, dobbiamo arrenderci, abbandonarci a quelle che sono le volontà divine. Ed è la cosa più difficile. Allo stesso tempo, però, qualcosa possiamo farla. Vi posso garantire per esperienza personale, che ci possiamo adeguare a tutto. Non mi sembra poi così complicato starsene per qualche settimana chiusi in casa, considerando che le nostre case non sono certo delle prigioni del terzo mondo, ma sono dotate di tutte le comodità e i confort degni di un resort a 5 stelle.
Ci lamentiamo spesso che siamo sempre di corsa, che non abbiamo tempo per noi e per i nostri hobby, adesso il tempo lo abbiamo. Possiamo leggere quel libro che è da mesi sul comodino, stare con il nostro partner, i nostri figli o i nostri pets, oppure possiamo ingegnarci per trovare modi creativi per trascorrere, in casa, il tempo con il nostro nucleo familiare. Ecco e qui arriviamo a quella che per me è la vera nota dolente di questa situazione. Proprio ora, io e mia moglie siamo separati. Io sono in Veneto e lei è in Umbria, e sono bloccato qua senza la possibilità di raggiungerla. All’inizio dell’emergenza, quando ancora non c’erano restrizioni, ma solo il primo caso di positività in Veneto, eravamo in Umbria a casa sua, ma io ho dovuto ritornare in Veneto per necessità mediche e, quando è scattato il decreto, siamo rimasti separati. Tutto è uno, ma evidentemente anche il non attaccamento è per me una lezione su cui ho ancora molto da lavorare. Tutto accade per una ragione.
Oggi, come allora, non ho paura del contagio e del virus. Anche se il mio sistema immunitario è già stato messo a dura prova e sono un soggetto a rischio, io mi sento forte. La mia volontà è quella di essere sano e vitale, perché Dio è in me. Però, come diceva Yogananda, l’ambiente è più forte della volontà. E adesso tutto l’ambiente che ci circonda ha paura. Siamo strumentalizzati dai media, le notizie corrono veloci e non si ha neanche il tempo di verificarle, che sono già condivise in tutti i gruppi what’s app, nei social e nel web creando sempre maggiore confusione e ansia. Noi tutti siamo strumenti di Dio e possiamo essere guerrieri della Luce. Imparare il potere della Preghiera focalizzata ed indirizzata a un risultato comune.
Io, grazie a mia moglie Nandini, ne sono un esempio vivente. Le preghiere di voi amati fratelli ovunque, mi hanno salvato miracolosamente la vita, più volte. Adesso mia moglie ha di nuovo dato vita, insieme ai direttori spirituali di Ananda Worldwide Nayaswami Jyotish and Devi, a una campagna globale di preghiere chiamata “Be a Warrior for the Light”. Ed è questo quello che possiamo e dobbiamo fare. Ognuno di noi, nel suo piccolo, deve fare la sua parte. “Molte mani unite fan miracoli”. Uniamoci e preghiamo, ovunque siamo, non saremo mai soli. È giunto anche per me il momento di iniziare a restituire l’Amore che ho ricevuto. E attraverso queste parole vi voglio infondere il coraggio e la forza per affrontare questa situazione.
Lasciamoci guidare dall’Amore di Dio che è già dentro di noi. È già nostro. Non dobbiamo avere paura, ma soltanto aprirci al Suo Amore ed al potere indomito del coraggio. Le parole dei Maestri dello yoga ci aiutano: “Il potere indomito del coraggio può uscire attraverso i sensi e fare accadere un miracolo. Infatti il coraggio attrae i miracoli. In verità una vita di coraggio è piena di miracoli”. E queste sono le nostre vite. E poi: “Ogni cosa che accade è per elevarvi. Un frutto fragrante e delizioso è nascosto in ogni evento di qualsiasi tipo. Abbiate il coraggio di trovare il migliore risultato in ogni situazione”. Queste perle di saggezza sono le mie guide. Assieme alle parole e alle tecniche di guarigione del mio Maestro Paramhansa Yogananda e del suo discepolo diretto Swami Kryananda, fondatore delle comunità di fratellanza mondiale Ananda nel mondo. So che supereremo questa prova, uniti ce la faremo. E ci scopriremo più forti e più vicini a Dio.
Vi lascio con l’affermazione che Nayaswami Jyotish e Devi ci suggeriscono di praticare e che deve diventare il nostro mantra: “La Luce di Dio è dentro di me e intorno a me. Con la spada della fede nella mano, con l’amore di Dio nel cuore, sono un guerriero della Luce. Mi unisco ai miei fratelli e sorelle ovunque, per superare la paura con la fede, l’odio con l’amore e le malattie con la salute. Colmiamo il mondo con la Luce di Dio”.
Sii un guerriero della Luce. Jai Guru.
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Ramanand sei sempre speciale. Sei riuscito a dire tutto. Per fortuna io, in questa emergenza, non ho mai avuto paura, mi sento protetta ma soprattutto sento che, qualsiasi cosa accadrà, sarà la cosa più giusta per me.
Grazie per la tua condivisione.
Denise
grazie! joy times
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