“… Buone notizie, di grande gioia”
di Sanjaya David Connolly
A Natale le vibrazioni dell’amore e della gioia di Cristo che vengono emanate sulla Terra dai Regni Celesti sono più forti del resto dell’anno. L’etere si riempie della Luce infinita che brillava sulla Terra quando nacque Gesù. Le persone che sono in sintonia, attraverso la devozione e la meditazione profonda, sentono in modo meravigliosamente tangibile le vibrazioni trasformanti della coscienza onnipresente che era in Gesù Cristo
Paramahansa Yogananda, La seconda venuta di Cristo
La fredda notte invernale, le pietre sparse della Palestina, il cielo come un mare scintillante di stelle. Una notte come le altre e diversa da tutte le altre. Con le preoccupazioni di ieri completamente svanite e senza pensieri per il domani, mi sono seduto: gli occhi per metà aperti, per metà chiusi. Era il mio momento di quiete. Di pace. Di silenzio: un silenzio parlante. Davanti al Creatore, il timore reverenziale e la devozione del creato. Improvvisamente, un’esplosione di luce tra le mie sopracciglia. Più luminoso di mille soli e lune, capace di eclissare la gloria di un milione di stelle. La paura dell’ignoto ha scosso tutto il mio essere. E in quello stesso istante ho udito (in quale lingua?) le parole confortanti: “Non temere, perché, ecco, ti porto buone notizie di grande gioia, notizie per tutte le persone. È nato per te in questo giorno, nella città di David, un Salvatore, che è il Signore Cristo. E questo sarà il segno: troverai il bambino avvolto in fasce, coricato in una mangiatoia“.
Chi ha detto queste parole? E perché a me? Parole strane che tuttavia suonavano vere nel profondo del mio cuore. È stato lì che ho meditato su di esse. E tutto il tempo il suono del canto cosmico, come il ruggito del mare. Era nelle mie orecchie? In ogni cellula del mio corpo? “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli, e pace in Terra agli uomini di buona volontà“. La pace che mi riempiva era al di là della comprensione e la buona volontà si espandeva da dentro di me per abbracciare tutti gli esseri. Mi sono sentito infuso dell’entusiasmo di trovare questo Salvatore, questo Cristo bambino. Quindi, umile nello spirito, incerto nel passo, mi sono messo alla ricerca della mangiatoia in cui egli era sdraiato nella mia città di David, la mia Betlemme, la mia “Casa del Pane”. Dentro e più dentro di me entrai. E per la Grazia di Dio presto vidi, sentii, la presenza del Cristo neonato in me.
Fu così che, nell’ora più buia della mia notte, l’unica vera luce venne nel mio mondo. O gioia! O gioia incomparabile!