La Realizzazione del Sé è il vero obiettivo per ognuno di noi, può sembrare molto grande e lontano: ma diventa vicino se ci alleniamo prima a realizzare sogni più piccoli con determinazione e volontà.
di Amrita Elena Cantarutti
Qualche hanno fa durante una lezione con Jyotish e Devi al Tempo della Luce di Assisi, una persona fece una domanda. Aveva sempre avuto due obiettivi (o sogni) nella vita, uno lo aveva realizzato con molta facilità e una volta concretizzato si era dedicato all’altro, ma questa volta le cose non funzionavano e, nonostante gli sforzi, ancora non riusciva a manifestarlo. Jyotish disse qualcosa di molto semplice che mi è rimasto impresso in tutto questo tempo. Per il primo obiettivo, disse (parafrasando), avevi già sviluppato nelle vite passate la capacità di realizzarlo, per il secondo ancora no, sono capacità da acquisire ancora e ci vorrà del lavoro.
Quello che mi ha fatto pensare e che talvolta, o spesso, crediamo che quando vogliamo realizzare qualcosa e non riusciamo ad ottenerla significa che è sbagliata e che di conseguenza dobbiamo rinunciare. Invece è il momento in cui dobbiamo crederci, lottare e avere fede. Mi ha fatto pensare alla ricerca di Dio. La realizzazione del Sé è la più grande delle opere che dobbiamo compiere e in un certo senso la più ardua. Siamo boicottati dall’ego, dal subconscio, dalle emozioni, dalla mente, armonizzare tutto questo bagaglio accumulato nel tempo (e in un tempo di cui non abbiamo più memoria) è un grande grande lavoro, ma è il lavoro. Se cediamo davanti alle piccole prove di volontà, come possiamo vincere davanti alla più grande prova?
Yogananda dice che per sviluppare la volontà non bisogna partire da grandi progetti, dove saremo subito stroncati dall’inadeguatezza e al primo fallimento penseremo di non essere capaci, piantando nel subconscio il seme del fallimento, ma di iniziare dalle piccole cose e via via che le realizziamo darci sempre una sfida un po’ più grande. Sentendo la risposta di Jyotish mi è venuto da pensare che se non ho la volontà, la fiducia, la determinazione di realizzare anche quelle piccole grandi cose che la mia natura mi impone (e che talvolta molte persone sul sentiero spirituale possono credere erroneamente che siano vacue) come posso sperare di realizzare il più grande progetto della mia anima? Se al primo fallimento davanti un progetto che non riesco a realizzare mi scoraggio e mi ritiro dalla battaglia con qualche scusa, come posso realizzare il più grande progetto della mia anima?
Ho sempre incoraggiato gli amici che avevano un sogno o un progetto perché in un contesto più alto, così alto che il nostro piccolo ego non può vederne la cima, quel piccolo sogno umano mette le basi a realizzare qualcosa di più grande per la nostra anima. La capacità di valutare se questo progetto è benefico o controproducente è una valutazione personale, spesso è solo un desiderio, ma se sentiamo che c’è una crescita personale nel volerlo realizzare, perché non farlo? Yogananda dice che se vuoi diventare un uomo di successo devi frequentare persone che hanno successo, se vuoi diventare un artista frequenta gli artisti. Inoltre bisogna dare una dimensione onesta ai nostri progetti. Se voglio diventare uno scrittore comincerò scrivendo dei racconti magari, non scrivendo una saga di dieci volumi. Se voglio fare l’agricoltore comincerò con un orto casalingo non acquistando ettari di terreno incolto.
Un passo dopo l’altro mettiamo le basi per il passo successivo, che sarà un po’ più lungo del primo. Registriamo nel nostro subconscio messaggi positivi che ci aiuteranno nella grande opera dell’anima. Le piccole vittorie ci possono portare a più grandi vittorie e la nostra forza di volontà ne sarà fortificata. Quando ci troveremo davanti alla ricerca di Dio avremo bisogno di questa volontà, della fiducia che accompagna le vittorie, dell’autostima che sviluppiamo e della gratitudine per aver conquistato un grande traguardo.