In questo momento di grande lotta tra il buio e la luce, ciascuno di noi può fare la propria parte elaborando in sé ogni pezzetto di guerra e trasformandolo in Luce e unione. Ad esempio praticando Surya Namaskar.
di Shraddha Giulia Calligaro
Negli ultimi anni della sua vita Yogananda annunciava che sarebbero arrivati tempi molto difficili. E questi tempi ora sono tra noi. Dopo la pandemia ecco la guerra, e non ci sarebbe da sorprendersi se l’una avesse portato l’altra. L’energia di separazione è stata prima nei nostri cuori, nella profonda polarizzazione sociale con cui Maya ci ha trascinato fuori dal nostro centro, poi si è inevitabilmente manifestata come realtà in un conflitto ufficiale. E adesso la vibrazione della guerra a sua volta attizza ancora di più l’oscurità che si presenta ad ognuno di noi in forme diverse, ponendoci tante prove e tante tentazioni per disperderci in mille vortici e per dimenticarci della nostra natura divina.
Lo yogi però sa usare questi momenti di sfida per evolvere, facendo dal buio un salto ancora più elevato nella luce, cioè trasformando la potenza stessa della prova in energia disponibile per il viaggio verso il vero Sé. Di questa lotta tra il buio e la luce parla la Bhagavad Gita: ed ora a ciascuno di noi è richiesto di essere Arjuna e di diventare più che mai guerriero di luce e di costruire dentro di sé una più alta Pace. Ogni volta che siamo tentati dalla rabbia, dalla critica, dall’irrequietezza, dalla scortesia, abbiamo la possibilità di elaborare quel pezzetto di buio e di offrirlo nella luce, affinché insieme possiamo risollevare la vibrazione globale.
SURYA NAMASKAR
Praticando yoga, è molto utile in questo periodo ripetere più volte Surya Namaskar, il Saluto al sole, come una cerimonia del fuoco in cui possiamo rafforzare il nostro ruolo di canali di luce e di operatori di pace.
Surya Namaskar parte infatti da un gesto di unione: Namaskar, o Namasté, si usa in India per salutare il divino che c’è dentro le persone e dentro ogni cosa. Quando questa apertura non è presente, l’altro non viene incontrato con il cuore: viene incontrato con la mente. E la mente in automatico giudica, classifica, ha bisogno di delimitare di dare forme per poter controllare, per mettere a tacere la paura di ciò che è diverso. Consciamente o inconsciamente, per strada, in ufficio, a casa, quando incontri qualcuno, la mente manda subito il messaggio: questa persona mi piace, oppure questa persona non mi piace. Mi è simpatica, mi è antipatica, ha fatto questo, mi hanno riferito quest’altro. E questo giudizio dipende dalle tue esperienze passate, non da quello che sta accadendo nel momento presente.
Se invece inchini la testa, congiungi le mani al cuore e dai all’altro il Namasté, stai riconoscendo che dentro di lui c’è qualcosa che va oltre al corpo che vedi e ai filtri con cui esperisci la vita. Le tue classificazioni scadono mentre riconosci la fonte della creazione dietro ognuno. E questo riconoscimento vale per ogni forma del creato: dietro i boccioli che iniziano ad adornare i rami, l’erba che riprende vigore, gli uccellini che osano il canto nelle ultime giornate d’inverno, dietro tutte queste cose agisce il piano della creazione, ed è più grande di noi, per vederlo davvero non dobbiamo analizzarlo, dobbiamo guardarlo da dietro gli occhi chiusi, in un inchino in cui diventiamo un’offerta per il creatore che si manifesta nella moltitudine di tutte le creature. Così, quando lo vedi in ogni cosa, lo riconosci anche dentro di te. Il saluto al sole diventa allora proprio questo connettersi direttamente con la sorgente della luce e della vita divina.
Dare il Namasté, o Namaskar, non è solo un aspetto culturale indiano: dietro c’è una vera scienza. Infatti, quando congiungi i palmi delle mani davanti al cuore, stai facendo un particolare sigillo di energia: un mudra. Al centro dei nostri palmi c’è un centro energetico, uno a sinistra e uno a destra, che corrispondono anche alle nostre due polarità. Nel momento in cui li unisci, e li avvicini all’energia del cuore, stai rendendo più leggere le opposizioni e le separazioni: stai riconoscendo che la vita è una, dentro a ognuno. E questa scienza diventa tanto più evidente quando fai Surya Namaskar: una serie di 12 posizioni, o asana, legati dal respiro, che inizia e finisce in pronam, con le mani a preghiera. Sostanzialmente una serie di piegamenti in avanti e di piegamenti all’indietro: un’alternanza di consegna del proprio ego, che è quello che ama giudicare, e di apertura per far brillare la luce di un più alto Sé, l’unico che può davvero riconoscere e incontrare il divino.
Nell’Ananda Yoga, dove Swami Kriyananda ha portato nell’Hatha Yoga tradizionale la potente tecnica delle affermazioni di Yogananda per sincronizzare corpo, mente e anima, prima di eseguire il saluto al sole si pronunciano queste parole: «Mi inchino al sole, al risveglio della luce interiore, all’alba di una nuova coscienza in tutti gli esseri». Parole con cui si entra in questo piano più alto della vita e con cui si dà il proprio assenso a cooperare con questa forza vitale più grande. Perché nel Namasté e in Surya Namaskar esiste anche questo significato profondo: da solo non posso cambiare il mondo, non posso fermare una guerra, non posso neppure cambiare gli altri, ma posso portare un po’ di luce in questo piano terreno se la accendo in me stesso, se la riconosco dentro ognuno e in ogni cosa.
Prova questa potente tecnica di trasformazione praticando 3 o 6 saluti al sole al mattino: vedrai che il sole di un profondo senso di unione può sorgere, al di là di ogni circostanza, ogni giorno. Che ogni giorno, come diceva una grande figura del Novecento, Etty Hillesum, puoi fare la pace del mondo in te stesso.
Oppure domenica 20 marzo puoi partecipare a una GRANDE MARATONA collettiva con cui insieme ci incontreremo dal vivo (a Milano) e online (su Zoom) per fare 108 Saluti al sole, numero magico dello yoga. Qui tutte le informazioni: https://esercizidifelicita.com/2022/02/12/bentornata-primavera-108-saluti-al-sole/ (l’iniziativa va a sostegno di Ananda).
Ecco i primi otto asana di Surya Namaskar. Prosegui poi con Banarasana, portando avanti la gamba che sta dietro, Padahastasana, Hasta Uttanasana, e di nuovo porta le mani a preghiera.
Tecnica di SURYA NAMASKAR nell’Ananda yoga:
Ripeti: Mi inchino al sole, al risveglio della luce interiore, all’alba di una nuova coscienza in tutti gli esseri.
Parti in piedi con le mani al cuore in Pranamasana. Inspirando, porta le mani in alto e piegati all’indietro dal dorso ed entra in Hasta Uttanasana. Quindi espira e piegati in avanti dalle anche con la spina dorsale dritta, entra in Padahastasana. Inspirando, fai un passo indietro con il piede sinistro ed entra in Banarasana (il ginocchio può essere sollevato o a terra). Espira, porta le mani a terra, vai indietro anche con il piede destro ed entra in Chaturanga Dandasana o l’Asse. Trattenendo il respiro, scendi con ginocchia, petto e mento in Ashtanga Namaskar. Inspirando, sollevati dal dorso in Bhujangasana, il Cobra. Espirando, entra in Adho Mukha Shvanasana. Inspirando, ritorna avanti con il piede sinistro di nuovo in Banarasana. Espirando, porta avanti anche il piede destro ed entra in Padahastasana. Inspira e sollevati ancora in Hasta Uttanasana. Con l’espirazione, ritorna in Pranamasana. Ripeti dall’altro lato per concludere un ciclo, e completa almeno 3 cicli: il primo dedicalo al corpo, il secondo a percepire l’energia, l’ultimo a sentirti tutt’uno con la Luce che brilla nella tua anima e in ogni cosa.