Il primo compleanno di Joy Times, nell’anno particolare della pandemia, ma anche dei 100 anni dall’arrivo di Yogananda in Occidente: un disegno perfetto, dicono le leggi spirituali.
di Shraddha Giulia Calligaro
Il 14 dicembre di un anno fa nasceva Joy Times, una nuova opportunità di condivisione degli insegnamenti di Paramhansa Yogananda, nel raggio del suo discepolo diretto Swami Kriyananda: yoga, meditazione, tecniche di guarigione, ayurveda, astrologia, riflessioni, esperienze, creatività, libri e tutto ciò che segue e si dirama da queste radici. Con il sostegno di Ananda Edizioni (www.anandaedizioni.it), il nostro editore, abbiamo iniziato con entusiasmo l’avventura. Tra gli autori molti membri di Ananda e poi persone vicine al sentiero. Ma chi se lo aspettava un anno così?!
Chi percorre un cammino spirituale sa che quello che possono vedere i nostri occhi umani sono appena le linee del destino che si flettono a terra, ma che, oltre queste, c’è un disegno ben più complesso e sempre perfetto a guidare la strada. E così è certamente anche questa volta. Allora è bello anche pensare che Joy Times è nato come ulteriore strumento di aiuto durante questo tempo nuovo. In tutti i modi abbiamo cercato di stare vicini ai nostri lettori – che sono stati quasi 100 mila ad oggi – affiancando l’attualità con una visione più alta delle notizie strillate sui giornali. Di cercare risposte che non fossero reazioni, ma applicazioni concrete dei grandi insegnamenti dello yoga.
Le leggi spirituali non hanno smesso di essere valide in quest’anno sorprendente, e allora ancora dietro a tutte le realtà manifeste ci sono pensieri e energia, ed è a questo livello che si può attuare una reale trasformazione delle cose, e che si può mantenere radiosa la salute del corpo, della mente e dell’anima. O che si può vedere, accanto a ogni sfida, un’opportunità. E non ci sono eccezioni, non ci sono: “ma questa volta no”. Perché il ricercatore spirituale è un guerriero di luce, e sa che tutto ciò che trova sul proprio cammino è un pensiero d’amore di Dio, anche quando è difficile, anche quando richiede forza e coraggio.
Questo anno singolare è stato un vero banco di prova per molti, ma per chi ha scelto di avere una direzione di verità, è stato un’accelerazione per passare dalla teoria alla pratica, per comprendere a che punto fosse con il fare della parola corpo, del verbo carne. Della propria devozione affidamento e assenso a lasciarsi trasformare. Perché in fondo siamo qui per essere liberi, anche quando questa libertà non coincide con la felicità delle favole. Ed è una coincidenza in più che proprio in questo 2020 si festeggiassero i 100 anni della venuta di Yogananda in Occidente: come se il suo congiungere Oriente e Occidente fosse una preparazione per i tempi che stiamo vivendo, e che aveva annunciato. Perciò, durante l’anno, abbiamo declinato in articoli i doni che ci ha lasciato.
Il combustibile che ha nutrito la perseveranza e la gioia di questo progetto sono state le attenzioni e il sostegno di tanti (tantissimi come si diceva sopra) lettori, che non possiamo che ringraziare, e a cui possiamo rilanciare ancora la promessa di tanti altri giorni di cammino insieme. Intanto ripassiamo insieme sopra un altro Natale, il simbolo della rinascita della luce e della vittoria sul buio. Proprio quello che ogni yogi si propone di fare ai bivi della vita.
Allora teniamola alta questa luce, curiamola in ogni nostro pensiero, parola, azione, come se da ogni nostro pensiero, parola ed azione dovesse dipendere il futuro del mondo.
Buona luce a tutti.