Usa la tua sadhana del mattino per dare il tono a tutta la giornata. Ecco qui una nuova puntata di 3 Asana Meditation per riattivarti mantenendo la Pace.
di Francesca de Luca
Anche questa volta, la ripartenza dopo il lockdown si sta rivelando molto faticosa e stressante: abituati agli spazi casalinghi dello smart working (che per tanti in realtà è diventato quasi più impegnativo del lavoro in ufficio) ritornare a muoversi in città e a seguire la mole di impegni che si vanno sommando è davvero “travolgente”!
Forse oggi ci appare più chiara la follia del vivere urbano, che poco spazio lascia a momenti di quiete solitaria, ma anche ai contatti umani di qualità, e si fa più stringente il bisogno di rallentare e riconnettersi a se stessi.
Per questo la “3 Asana Meditation” che vi propongo oggi è quasi una “non-pratica”, nel senso che non vuole essere un impegno gravoso per la mente, un altro compito da aggiungere alla “to do list”, ma uno spazio per non fare nulla, se non stare con se stessi in ascolto del respiro, del proprio corpo e del proprio spazio interiore, semplicemente per ri-trovarsi e regalarsi un po’ di pace.
La prima posizione che vi propongo è PARVATASANA (la posizione della montagna da seduti). Seduti a gambe incrociate, inspirando disegniamo un cerchio con le braccia e uniamo i palmi delle mani tra loro sopra la testa. Espirando rilassiamo le spalle e chiudiamo gli occhi. Restando nella posizione, con ogni ispirazione espandiamo i polmoni e cresciamo verso l’alto, con ogni espirazione abbassiamo la cassa toracica. Dopo 4-5 respiri così restiamo fermi nella posizione, sentendoci proprio come una montagna: stabili e radicati nella terra dal bacino, protesi verso il cielo dalle testa e dalle mani. Con lo sguardo rivolto al punto tra le sopracciglia, sede della nostra mente consapevole, ripetiamo dentro di noi: “I miei pensieri e la mia energia si elevano fino a toccare il cielo”.
Poi lasciamo scendere le mani sulle ginocchia e rimaniamo qualche istante in ascolto delle sensazioni di radicamento e calma che ci lascia la posizione.
Uscendo da Parvatasana ci portiamo in BALASANA (la posizione del bambino), seduti sui talloni, con la fronte per terra e le braccia lungo i fianchi.
Mantieniamo la posizione a lungo, respirando profondamente e ammorbidendo tutte le parti del corpo, incluso il viso e gli occhi. Ad ogni respiro, lasciando andare tutti pensieri, ci raccogliamo mentalmente sempre più dentro e percepiamo come questo spazio di raccoglimento e silenzio sia di vitale importanza per rigenerare corpo, mente e spirito. Affermiamo quindi mentalmente: “Abbandono ogni coinvolgimento esterno e mi rilasso nel mio rifugio interiore di pace”.
Per uscire dalla posizione, srotoliamo la colonna vertebra per vertebra e ci fermiamo per il tempo di qualche respiro in Vajrasana, elevando lo sguardo all’occhio spirituale, per espandere il senso di pace nel nostro cervello anche in posizione eretta.
Infine, ci portiamo in SAVASANA (la posizione del cadavere), scegliendo una musica rilassante della durata di circa 10 minuti che ci possa accompagnare verso un rilassamento profondo e consapevole. Partendo dai piedi effettuiamo una scansione di tutto il corpo fino alla cima della testa, respirando in ogni parte e sentendola diventare pesante e morbida sul tappetino. Poi ci prendiamo cura del nostro spazio interiore, percependo tutte le sensazioni che emergono da dentro, i pensieri e le emozioni, osservandole senza giudizio.
Come una madre o un padre accogliente, abbracciamo tutto ciò che in questo momento affiora alla nostra consapevolezza, senza voler cambiare nulla e senza respingere nulla, e poi lasciamo andare tutto, senza voler trattenere niente, ripetendo questa semplice affermazione “Abbandono tutto ciò che emerge e lo affido nelle mani della pace”.
Dopo Savasana, torniamo lentamente a sederci a gambe incrociate in una posizione per noi comoda, con la schiena eretta, ma non rigida, il petto aperto e il mento parallelo al suolo, e ci regaliamo ancora qualche respiro, sentendo che non c’è niente da fare, nessun obiettivo da raggiungere, nessun luogo in cui andare: possiamo semplicemente riposare nell’esserci e nel respirare, possiamo stare nella pura presenza di noi stessi e della vita che ci attraversa.
Mi auguro di cuore che questa pratica possa donare uno spazio di serenità ad ognuno di voi e che tutti noi possiamo trovare un nuovo equilibrio nel quotidiano, ricordandoci di non occupare tutto il giorno con il “fare” e di dedicare a noi stessi e al nostro benessere spazi regolari di cura e amore.
Buona ripartenza e buona estate!