Questo tempo incerto e di profonda trasformazione è ideale per uscire dalle abitudini e cercare di indirizzare la nostra vita nella direzione della nostra anima, il nostro “dharma” personale e globale.
di Jayadev Jaerschky
Questo periodo di Covid è un momento di seria riflessione personale. Fermati, ci dice. Pensa alla tua vita. Pensa a quello che stai facendo. Pensa a quello che stai diventando. Pensa ai tuoi valori. Pensa allo scopo della vita. Quindi riflettiamo: “Per che cosa sono qui, su questo pianeta Terra?” La risposta è: per seguire il tuo dharma, per compiere ciò che è la “volontà di Dio” per te.
Sva-dharma
Ci sono due tipi di dharma. Uno si chiama sva-dharma: il dharma della tua vita personale. L’azione giusta per te, individualmente. Può essere completamente diversa da quello che fanno gli altri. È un dharma unico per te. Certo, tu, lettore di questo articolo, avrai un lavoro, una famiglia, delle responsabilità, che non puoi semplicemente abbandonare. Infatti Sva-dharma significa anche “dovere personale”. Ma in mezzo ai tuoi doveri quotidiani, c’è sempre la chiamata del dharma: come devo fare? Che cosa devo fare? Cosa devo dire? Come devo reagire in maniera dharmica?
Il Signore Krishna nella Bhagavad Gita (3,35) ci spiega che si tratta davvero di una scelta e direzione del tutto individuale e personale: “Compiere il proprio dovere (sva-dharma), perfino senza successo, è meglio che compiere con successo il dovere di qualcun altro. È meglio morire mentre si cerca di svolgere il proprio dovere, piuttosto che scegliere il dovere di qualcun altro (anche se più facile e più sicuro). Tale via è irta di pericoli e incertezze”.
Sanatan-dharma
Poi c’è un secondo dharma, completamente universale, chiamato Sanatan-dharma (dharma eterno), che è uguale per tutti, per l’intera umanità: trovare il nostro vero Sé e trovare Dio, con qualsiasi percorso spirituale o religioso. Tutti noi, si spera, stiamo dirigendo la nostra vita in questa direzione.I grandi maestri di yoga ci insegnano: non dimenticare mai il tuo vero Sé. Trovalo, ricordalo, affermalo, esprimilo nella tua vita. Supera tutte le ombre interiori che oscurano il tuo Sé divino. Non lasciare mai che qualcuno ti dica che sei debole, peccatore, cattivo, incompetente, senza valore e così via. Come un guerriero difendi la tua comprensione di chi sei veramente: un figlio di Dio, fatto a Sua immagine. Aham Brahm asmi è uno dei mantra più comuni tra gli Swami indiani: “Io sono Brahman”, oppure “Io sono un’onda dell’oceano dello Spirito”.
Yogananda lo esprime in questo modo: “L’aspirante yogi dovrebbe sempre tenere a mente, quando si sente arrabbiato, che ‘Questo non sono io!’. Quando il suo io è sopraffatto dalla lussuria o dall’avidità, dovrebbe dire a se stesso: ‘Questo non sono io!’ Quando l’odio cerca di oscurare la sua vera natura con una maschera di brutta emozione, dovrebbe dissociarsene con forza: ‘Questo non sono io!’ Egli impara a chiudere le porte della sua coscienza contro tutti i visitatori indesiderabili che cercano alloggio nel suo interno. E ogni volta che quel devoto è stato usato o abusato da altri, eppure sente dentro di sé una vibrazione dello Spirito Santo del perdono e dell’amore, può allora affermare con convinzione: ‘Questo sono io! Questa è la mia vera natura’. La meditazione yoga è il processo di coltivare e stabilizzare la consapevolezza della propria vera natura, attraverso determinati metodi e leggi spirituali e psicofisiche con cui l’ego limitato, la coscienza umana ereditaria imperfetta, viene sostituita dalla coscienza dell’anima”.
Quindi affermiamo sempre e continuamente ciò che siamo in verità. Sostituiamo l’identificazione con gli errori con l’identificazione nostra vera natura: come anima divina, anche se ancora sbagliamo tanto. E lavoriamo sull’esprimere gradualmente ciò che siamo veramente. Ci vuole TANTA pazienza e perseveranza, perché c’è una moltitudine di ostacoli: le nostre emozioni, abitudini, limitazioni, karma, tentazioni di seguire la via più facile, quello che fanno gli altri. Non importa, andiamo avanti.
Yogananda ci insegna a credere fermamente nella nostra forza innata per superare tutte queste tendenze: “C’è la forza nascosta in me per superare ogni ostacolo e tentazione. Tirerò fuori questa forza ed energia indomabile”.
Alla fine, in nostro dharma comune è trovare Dio: attraverso il silenzio della meditazione, attraverso le nostre pratiche spirituali, la preghiera, il canto, lo yoga, e poi nella vita quotidiana, perché Dio è ovunque. Ci sta guardando da ogni atomo. Ci sta parlando attraverso ogni situazione. Egli prova a risvegliarci attraverso ogni difficoltà: “Ce la puoi fare. Tu sei mio figlio!” L’abbiamo capito tutti: ci vuole uno spirito da guerriero sulla via del nostro dharma, ci vuole davvero forza, determinazione e buoni amici che ci incoraggiano e che credono in noi.
Yogananda è un tale amico (molto grande) e ci incoraggia in questo modo: “Non lasciare mai che la vita ti abbatta. Batti tu la vita! Se hai una forte volontà puoi superare tutte le difficoltà. Afferma, anche in mezzo alle prove: ‘Io e il pericolo siamo nati insieme, e io sono più pericoloso del pericolo!’ Questa è una verità che dovresti sempre ricordare; applicala e vedrai che funziona. Non comportarti come un essere mortale debole. Tu sei un figlio di Dio!”
Ripeti a te stesso: “Io sono figlio/figlia di Dio”. Senti la verità di questa affermazione. Quanto sei bella, anima divina! Identificati con essa. E fai il prossimo passo verso il tuo vero dharma.